Asiago e dintorni: la Calà del Sasso

«È lunga come il purgatorio, scura come il temporale, la scala che ti porta lassù, sull’Altopiano di Asiago» (Paolo Rumiz).

4444 gradini e una leggenda.

I gradini sono quelli della Calà del Sasso: una lunghissima scalinata, scavata nella roccia, che collega il comune di Valstagna alla frazione di Sasso di Asiago. Venne costruita nel 1398, sotto la signoria di Gian Galeazzo Visconti, e utilizzata per tre secoli, dalla Repubblica di Venezia, per rifornire di legname il suo Arsenale: i boscaioli portavano a valle i tronchi, facendoli scorrere lungo la canaletta che costeggia il sentiero, e ricevevano in cambio sale, farina e altri alimenti.

La leggenda è quella di Loretta e Nicolò, giovani fidanzati di Sasso di Asiago. Siamo nel 1638. Loretta, incinta, si ammala di una malattia gravissima. Nicolò è disperato. «C’è un farmacista» gli dicono, «che vive a Padova. E prepara unguenti miracolosi.» Che sia vero? Nicolò non ha nulla da perdere: scende di corsa la Calà del Sasso, raggiunge Valstagna, noleggia un cavallo e galoppa veloce in direzione di Padova. Passano le ore. La notte scende, al villaggio lo aspettano. Loretta è in fin di vita. Ma Nicolò non si vede. Allora gli uomini di Sasso di Asiago – giovani, vecchi e i bambini che ce la fanno a camminare – prendono una torcia per uno e cominciano a scendere la scalinata, incontro al giovane. Arrivati circa a metà, vedono in lontananza un chiarore. Qualcuno si spaventa: la scalinata è nota per essere un posto buio e cupo, anche di giorno. Ancora qualche passo, e il mistero si scioglie: è proprio Nicolò, scortato dagli uomini di Valstagna, che illuminano la via con le loro torce. E la storia ha – ovviamente – un lieto fine: un matrimonio, una nascita e una “magia”: se due persone che si amano percorrono la Calà dall’inizio alla fine, mano nella mano, senza mai separarsi, il loro amore durerà per sempre.